Che senso ha introdurre una misura come la «tredicesima AVS» e, ancora prima che venga versata, aumentare le imposte a tutta la popolazione? È una delle domande alle quali gli elettori dovranno rispondere il prossimo 9 giugno. Se la proposta votata dal Parlamento sarà respinta, infatti, il risultato è che ogni contribuente (persona !sica) vedrà aumentare del 3% la propria fattura !scale. In poche parole, restando sul legame con l’aumento delle rendite pensionistiche, lo Stato si troverà a dare qualcosa con la mano sinistra mentre lo toglie con la destra. Assurdo.
Chi ha promosso il referendum punta il dito contro la riduzione delle aliquote per le persone più facoltose. Se il Parlamento ha deciso a favore di questo modesto sgravio, è perché ritiene che la situazione attuale penalizzi il Ticino, vista la concorrenza intercantonale con la quale (piaccia o non piaccia) dobbiamo fare i conti.
Ma l’imposizione dei redditi alti è solo uno dei problemi che affliggono il nostro sistema !scale, ed è solo uno degli aspetti del progetto di riforma sul quale voteremo il 9 giugno. Di elementi critici da risolvere urgentemente, infatti, ce ne sono almeno altri due (le tasse di successione ingiuste e le aliquote troppo alte per i prelievi dei capitali del secondo pilastro), dei quali si occupano ora altrettante iniziative parlamentari lanciate strumentalmente - dalla sinistra.
L’approvvigionamento idrico è un acquedotto di 60 anni fa. Da allora la rete di distribuzione ha subito innumerevoli riparazioni, ma ormai fa letteralmente... acqua da tutte le parti. Fra i partiti e la popolazione regna il disaccordo sul da farsi, con battaglie per ogni minimo investimento; nel frattempo, i Cantoni vicini si sono attrezzati molto meglio di noi. Ora, !nalmente, ci saremmo messi d’accordo su un rinnovamento completo, per un acquedotto al passo coi tempi e utile a tutti.
L’acquedotto della metafora è la Legge tributaria cantonale, che risale agli anni ’70. Il rinnovamento è la riforma che il Governo ha proposto e il Gran Consiglio ha approvato.
Mi concentro sull’ultima frase della metafora: il rinnovamento va nell’interesse di tutta la popolazione. Se vogliamo mantenere anche in futuro la !scalità estremamente progressiva del Ticino con un 30% di esenti e deduzioni senza paragoni a livello svizzero - bisognerà infatti fare un passo verso chi paga gran parte delle imposte, e oggi subisce
aliquote !no al 40% sul suo reddito. Non si tratta di cedere alla «concorrenza al ribasso », ma di rientrare ragionevolmente nella media nazionale.
L’obiettivo della riforma tributaria, perciò, non è di «fare un favore ai ricchi»: è di rinnovare integralmente una Legge vetusta, per assicurare a lungo termine un trattamento !scale di favore a gran parte della nostra popolazione, a cominciare dal ceto medio.
Simona Genini, granconsigliera PLR, Corriere del Ticino, 26 aprile 2024