L’articolo del sogno del Direttore della Regione, riportato il 2 gennaio, non manca di giudicare come indegna la manovra fiscale prossima al vaglio popolare. So che il Direttore Ritzer avrà sempre e immancabilmente l’ultima parola, nonché la giusta dialettica e capacità retorica per rispondere.
Non posso tuttavia sottrarmi dall’esprimere un pensiero di confronto, rispettoso della posizione diversa, ma - mi si permetta - meno giudicante rispetto al tono di chi avversa la riforma, che nella sostanza è un primo passo di attualizzazione di una vecchia legge, penalizzante per il nostro Cantone.
Basta alzare lo sguardo ed imparare dai Cantoni limitrofi. Basta rendersi conto che il mondo non è solo fatto di ideali superiori, ma molto di politica reale. E noi tutti vogliamo un Cantone Ticino all’avanguardia nel processo economico e Sociale. E quando scrivo Sociale, lo faccio con la S maiuscola. Perché allora non accettare un confronto sereno e pacato e, mi sia concesso, meno supponente dall’alto di una rivendicazione di giustizia sociale. Una minima e graduale riduzione dell’aliquota per i redditi alti è probabilmente anche un atto di giustizia verso i contribuenti che pagheranno comunque e mediamente oltre il 35 % di imposte, rispetto ad un 40 % di oggi. Così come la tassazione del prelievo del secondo pilastro, oggi con il Ticino tra i Cantoni più onerosi e con molti ticinesi - nemmeno così facoltosi - già partiti per altri cantoni ed altri con le valigie pronte. E che dire della donazione e della successione tra conviventi?! Restiamo al palo mentre la società cambia.
Il Ticino è e deve restare Sociale e per farlo deve promuovere la capacità dell’individuo di migliorarsi e anche di sognare un futuro migliore per se e per il collettivo.
La riforma tributaria è un piccolo passo nella giusta direzione. Il momento non è quello giusto si dirà, ma restare fermi è anche peggio. E molti smetteranno di sognare un futuro migliore per il nostro amato Cantone.
Emilio Martinenghi
Vice presidente PLRT
LaRegione, 4 gennaio 2024