Il diritto di voto alle donne

Il sostegno della donna in politica è un tema che continua ad essere di grande attualità. L’approccio liberale-radicale anche in questo contesto è molto diverso da quello della sinistra o della destra.

Per il PLR la questione della rappresentatività femminile in politica e nelle posizioni di responsabilità non è mai stata una questione di numeri rispettivamente di quote quanto di qualità. E il partito non si è mai sottratto a questo esercizio di ricerca dei profili migliori da proporre o candidare per un determinato ruolo istituzionale.

A 50 anni dall’avvento del voto femminile i risultati in questo senso sono stati tangibili ed evidenti. I liberali-radicali a livello nazionale sono presieduti dall’apprezzata Petra Gössi, l’unico partito storico condotto da una donna. Il PLR è stato il primo partito a portare in Consiglio nazionale una donna ticinese, Alma Bacciarini nel 1979, dopo che nel 1971 aveva visto eleggere 5 rappresentanti liberali radicali sulle 11 donne in totale elette per la prima volta in Gran Consiglio. Sempre a livello cantonale, il PLR è stato un precursore nel far eleggere la prima donna in Consiglio di Stato con Marina Masoni, poi seguita nel medesimo ruolo da Laura Sadis. Alle ultime elezioni cantonali la presenza femminile liberale-radicale in Gran Consiglio è raddoppiata. Un segnale chiaro da parte del partito nell’allestire le liste e una risposta altrettanto evidente da parte dell’elettorato PLR.

Tornando al piano nazionale, ancora una volta il PLR è all’avanguardia nel trovare il giusto spazio per la rappresentanza femminile con la qualificata presenza di Karin Keller-Sutter in Consiglio federale che si è già distinta per competenza e determinazione. 

Nelle varie situazioni e funzioni i liberaliradicali hanno presentato e proposto donne altamente rappresentative del modo di far politica del PLR, che punta sulla qualità, sulle competenze e sull’autorevolezza dei propri rappresentanti. Un approccio che privilegia non la questione di genere fine a sé stessa bensì la ricerca di soluzioni sostenibili e in linea con i valori liberali che hanno fatto della Svizzera lo Stato moderno attuale.

La sinistra dietro la questione femminile nasconde il solito approccio di uno Stato onnipresente e onnisciente, caratterizzato da regole, divieti, tasse e burocrazia. Per la destra invece la questione semplicemente non si pone visto che il sovranismo dilagante è l’unico tema ripetuto alla noia quale panacea di ogni male.

Sostenere l’approccio liberale-radicale significa valorizzare per davvero la qualità delle persone, anche delle donne, e premiare un approccio alla politica fatto di valori e metodo. Ingredienti essenziali e indispensabili se vogliamo una Svizzera rivolta al futuro con fiducia e capace di trovare soluzioni concordate per il bene del Paese.

Bixio Caprara, presidente, Corriere del Ticino, 8 novembre 2019