Egregio Presidente, caro Thierry, ti scrivo...

Egregio Signor Presidente,
Caro Thierry,
desideriamo congratularci con te per l’elezione a Presidente del nostro Partito svizzero. Ci hanno colpito le tue prime parole, nelle quali hai espresso con chiarezza la volontà di assumere – nel panorama politico svizzero – una chiara posizione d’ispirazione liberale. Si tratta di un passo che, a nostro modo di vedere, incarna un bisogno profondo della base del nostro partito – per questo non pensiamo siano stati casuali gli applausi appassionati che hanno scandito il tuo discorso.

Condividiamo pienamente l’orientamento che hai espresso, e che – mettendo per qualche istante fra parentesi l’umiltà – abbiamo anticipato da alcuni mesi in Ticino. Viviamo un momento storico nel quale il DNA della Svizzera è insidiato da continui tentativi di riscrittura ed editing, non tutti animati dalla volontà di fare il bene del nostro Paese. Gli spiriti liberali si sentono stretti fra un conservatorismo regressivo, ostile a ogni apertura al futuro, e – sull’altro lato – da tentazioni sempre più apertamente stataliste, collettiviste e centraliste. A nostro modo di vedere, proprio da questo accerchiamento nasce un’opportunità evidente per il liberalismo, che oggi è chiamato a riaffermare la centralità assoluta dell’individuo – dei suoi diritti, ma specialmente dei suoi doveri – che si esprime nella struttura federalista del nostro Paese, che gli assicura prosperità e identità.

Il liberalismo che vogliamo esprimere insieme – declinato nelle anime che tengono vivo e vivace il nostro Partito – deve necessariamente avere una vocazione interclassista, e difendere l’idea che creare opportunità di lavoro e stimolare la responsabilità di ognuno sia la migliore socialità possibile. Per questo il primo strumento di coesione sociale è la formazione pubblica, che deve essere di qualità eccellente e diffusa sul territorio. A supporto della formazione, come ticinesi siamo poi molto sensibili all’esigenza di una continua osservazione del mercato del lavoro, per verificare il rispetto delle regole che permettono una sana concorrenza. E, infine, riconosciamo il ruolo irrinunciabile delle politiche sociali, che non possono però sfuggire alla continua verifica critica della loro efficacia.

Nello spirito di amicizia costruttiva che da sempre anima il rapporto fra il PLR ticinese e la «casa madre», vogliamo ad ogni modo segnalarti che non è passata però inosservata, l’assenza di un rappresentante della Svizzera italiana nella tua squadra di vicepresidenti – che comunque apprezziamo, per la sua qualità e attualità. In perfetto spirito PLR non vogliamo recriminare, ma farti sapere che – nonostante questa assenza – saremo come sempre molto presenti e attivi anche sulla scena nazionale: vogliamo contribuire a costruire soluzioni liberali radicali, attente alle particolarità ticinesi e della Svizzera italiana.

In quest’ottica, cogliamo da subito l’occasione per segnalarti alcuni temi e alcune priorità che in Ticino assumono un’importanza particolare – e che speriamo possano essere discussi di persona il prima possibile con l’Ufficio presidenziale del PLRT e i Consiglieri nazionali Rocco Cattaneo e Alex Farinelli.

  • Mercato del lavoro – La situazione geografica del Ticino lo espone a una fortissima concorrenza estera, in particolare della Lombardia e del Piemonte. Questo fenomeno – in alcuni dei suoi tratti più estremi – è sconosciuto ad altri Cantoni di frontiera. Le misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone con l’UE, così come altri interventi sul mercato del lavoro, sono necessari a permettere una concorrenza leale, perno di ogni economia liberale. Ci permettiamo di osservare, tra l’altro, come talvolta alcune dinamiche presenti in Ticino siano campanelli d’allarme per il resto del Paese.
  • Pianificazione del territorio – Come altre regioni alpine, la Svizzera italiana soffre per la burocratizzazione e l’esasperazione giuridica nella gestione del territorio: una deriva, chiaramente ideologica, che impone al PLR di esercitare una costante pressione sul DATEC e i suoi servizi. Vediamo paralizzate politiche di sviluppo sane e sostenibili, soprattutto nelle zone periferiche, che sono impegnate quotidianamente per sopravvivere e rilanciarsi (dai progetti turistici alla volontà di mantenere in vita i rustici).
  • Ricerca – Il Canton Ticino sta investendo nella Ricerca e nell’innovazione per promuovere e coordinare le attività e creare collaborazioni a livello scientifico e organizzativo. L’obiettivo è che la Svizzera italiana diventi un Centro di ricerca nazionale ed internazionale sulle scienze della vita, ma non solo.
  • Sfida climatica – Anche nella Svizzera italiana, il voto negativo sulla revisione della Legge sul CO2 ha dimostrato che occorre rispettare l’eterogeneità del territorio, le sue esigenze e le sue peculiarità. Siamo pronti a fare la nostra parte, scommettendo sulle nostre ricchezze: l’acqua, il sole, il vento e lo spirito di innovazione. Alle seduzioni di uno Stato morale, preferiamo il pragmatismo di uno Stato intraprendente, capace di sfruttare in maniera sostenibile le proprie risorse.
  • Le Valli – Siamo contrari a qualsiasi contrapposizione strumentale tra i centri urbani e le Valli, tra Città e campagne, perché la Svizzera deve cucire insieme realtà diverse, non alimentarne le differenze. La Svizzera italiana possiede però molte valli, che indubbiamente subiscono gli effetti di leggi costruite secondo le prospettive dei centri urbani. Riteniamo questa evoluzione pericolosa per lo sviluppo e la coesione del nostro Paese. Ogni politica, da quella pianificatoria a quella dei canoni d’acqua, deve tenere in considerazione le differenze che sono l’essenza del nostro Paese.
  • Rapporto con l’UE – Viviamo nel Cantone più esposto alle sfide transfrontaliere, e chiediamo vi sia consapevolezza di queste differenze rispetto al resto della Svizzera: il Ticino ha bisogno di una politica europea realista, che riconosca vantaggi e problemi delle relazioni bilaterali e della loro evoluzione. Il PLRT difende la Via bilaterale, che arricchisce l’intero Continente, ma chiede che gli interessi del nostro Paese non siano perseguiti accettando di sacrificarne una parte. Siamo perciò convinti che l’approccio pragmatico di Ignazio Cassis sia la chiave interpretativa giusta.

Caro Presidente, la Svizzera italiana e il Ticino sono pronti a contribuire al PLR Svizzero, con la testa, il cuore e parecchio olio di gomito. A ogni suggestione critica proveremo a inoltrare almeno una proposta. Come dicevamo più in alto, diritti e doveri.

Nell’attesa di incontrarti a Berna o di ospitarti in Ticino, ti inviamo i nostri migliori saluti.

Per il PARTITO LIBERALE RADICALE TICINESE

Alessandro Speziali
Presidente