11 settembre 1890, la data che parla ancora al Ticino

L’11 settembre 1890 Bellinzona si svegliò in un clima di tensione. Una parte dei liberali insorse contro il governo conservatore, occupò l’arsenale e marciò verso il palazzo governativo. Diversi funzionari furono arrestati e, nel disordine, perse la vita il giovane consigliere di Stato Luigi Rossi. Per alcune settimane si insediò un Governo provvisorio liberale, sostituito poi da un Esecutivo misto, voluto da Berna per riportare ordine.

Non fu solo un episodio violento, ma l’apice di una crisi politica che covava da anni. I conservatori, al potere dal 1875, avevano ridisegnato i circondari elettorali a proprio vantaggio e manipolato i cataloghi civici. I liberali, ridotti all’impotenza, reagirono con un gesto disperato. Come sottolineano gli storici, però, non fu uno scontro tra «vecchio e nuovo», ma tra due schieramenti che concepivano il potere nello stesso modo: esclusivo e totale.

L’intervento della Confederazione segnò la svolta. Fu introdotta la rappresentanza proporzionale: dal 1892 il Gran Consiglio venne eletto con questo sistema e furono fissate regole più eque per l’elezione popolare del Consiglio di Stato. Per la prima volta in Svizzera, un Cantone sperimentava la proporzionale e apriva spazio anche alle minoranze. Il Ticino, da terra di scontri, divenne un laboratorio di stabilità e collaborazione.

L’eredità di quel passaggio è chiara: le crisi possono trasformarsi in occasioni di crescita, se affrontate con riforme inclusive e regole condivise. Da allora il nostro Cantone ha conosciuto fasi difficili, ma ha potuto contare su istituzioni più solide e rappresentative.

Oggi, a 135 anni di distanza, la lezione del 1890 resta attuale. Anche noi viviamo un tempo segnato da polarizzazioni e sfiducia nelle istituzioni. La risposta non può essere la paralisi o la divisione, ma il rilancio della democrazia, fondata su libertà, responsabilità ed equità.

E quei valori non sono parole astratte: significano istituzioni trasparenti, tasse e burocrazia più leggere per chi lavora e investe, sicurezza reale nei quartieri, ma anche pari opportunità per tutti e sostegno a chi è più fragile.

Il 2027 sarà un anno cruciale per il Ticino. L’appello che ci viene dal 1890 non è nostalgia, ma attualità: solo con regole giuste e collaborazione tra sensibilità diverse si costruisce un futuro di progresso condiviso. Sta a ciascuno di noi, con il voto e con l’impegno civico, trasformare quell’eredità in nuove opportunità per le prossime generazioni.

Fabio Monti, presidente del distretto PLR di Lugano e autore di «Appunti di storia ticinese. Dalla preistoria a oggi», LaDomenica del CdT, 7 settembre 2025